Samia Yusuf Omar
(Mogadiscio, 25 marzo 1991 – Mar Mediterraneo, 2 aprile 2012)
Samia vuole correre verso il suo sogno. Dalla vita povera con la sua famiglia presso Mogadiscio, in Somalia, vuole scappare. Non odia il suo paese, anzi: desidera portare la Somalia a trionfare ai Giochi Olimpici e inizia ad impegnarsi per questo, facendosi ispirare da Mo Farah, atleta britannico di origine somala. Vince tutte le gare per dilettanti di Mogadiscio e inizia a gareggiare con le professioniste, fino ad arrivare ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, dove raggiunge il suo record personale, ma si piazza ultima in tutte le batterie: “Avrei preferito essere intervistata per essere arrivata prima, invece che venire intervistata per essere arrivata ultima“, dice ai giornalisti. Eppure, dopo un’esperienza che poteva essere l’inizio di una carriera atletica e di orgoglio nazionale, di Samia si perdono le tracce. Ex-atleti, giornalisti, scrittori indagano sulla sua scomparsa. Abdi Bile, somalo, ex atleta medaglia d’oro ai Mondiali di Roma del 1987 dice che Samia è morta, annegata nel Mar Mediterraneo. La giornalista Teresa Krug (e successivamente le agenzie di stampa internazionali) conferma che Samia ha tentato di raggiungere l’Italia su un’imbarcazione per migranti per cercare un allenatore che la portasse ai livelli che sapeva di poter conquistare, verso le Olimpiadi. L’imbarcazione è naufragata al largo di Lampedusa.
La Rosa
Innocentia (innocenza)
Cespuglio molto rifiorente leggermente profumato, altezza 60 cm, molto rustica e resistente, crescita e sviluppo veloci.
Per Samia è stata scelta questa rosa perché oltre ad essere bianca e a portare il nome di innocenza cresce velocemente come ha dovuto fare lei. E’ una rosa forte e resistente come Samia che ha dovuto sopportare prove difficilissime.
Collocata all’inizio del roseto perché tutti dovrebbero conoscere la sua storia e non dimenticare mai la sua forza e il suo coraggio